ANNO 14 n° 120
Peperino&Co.
Una Macchina sotto l'albero
di Andrea Bentivegna
05/12/2015 - 02:01

di Andrea Bentivegna

VITERBO - Il Comune ha presentato proprio in questi giorni il programma delle attrazioni pensate per le piazze del centro storico in occasione delle ormai imminenti feste natalizie. La notizia è che a piazza del Plebiscito tornerà a far mostra di sé il grande albero di natale e non, come inizialmente si era dichiarato, l’ormai storica Fiore del Cielo reduce dall’Expo. Questa la cronaca, poi, da qui in poi le polemiche.

Chiariamo una cosa, il fatto che non ci siano i tempi tecnici necessari per esporre l’opera di Vittori, ci evita l’imbarazzante equivoco di precisare che ''il campanile che cammina'' non è un banale addobbo. Ve lo immaginate il turista che, camminando in una città traboccante di luminarie, sarebbe arrivato a piazza del Comune dove sarebbe rimasto sbalordito per quello che gli sarebbe sembrato comprensibilmente  ''solo'' un albero dal design inaspettato?

Tutto questo prescindendo naturalmente dalle polemiche e i giudizi che la creazione di Vittori ha incassato nella sua storia, piuttosto, allargando la riflessione al concetto stesso di Macchina, un manufatto unico ma anche un simbolo che, come tale, non può prescindere dal suo contesto viterbese e dal suo spirito tradizionale che, con il Natale, nulla ha a che fare.

E dire che l’idea di per sé sarebbe coraggiosa e auspicabile e da queste pagine già caldeggiata. Esporre le vecchie macchine in alcune piazze del nostro splendido centro, magari nel periodo estivo, illuminandole di notte e creando così un evento architettonico, artistico e sociale assolutamente contemporaneo e dalla forza dirompente: provate solo a pensare alla gente che ogni sera si ritroverebbe sotto la mole illuminata per parlarne e raccontarne le antiche memorie.

Ma forse, stavolta, non tutto è perduto. Se infatti i tempi tecnici non sussistono, per via del finanziamento deliberato solo il 30 novembre scorso, è altrettanto vero che quei soldi ci sono e per questo progetto devono esser spesi; E allora perché non andare avanti con questa idea posticipando solo di qualche mese l’esperimento?

Sono anni che si discute di un costoso museo delle Macchine ma anche del rilancio di questo benedetto centro storico. Si può dire quasi che siano due dei tormentoni elettorali più ricorrenti. Perché dunque non tentare di dare una risposta ad entrambe le problematiche con un progetto solo e finalmente coraggioso? Perché non cercare di dar vita a un evento urbano unico al mondo della durata di qualche mese (Expo ha dimostrato che la cosa è realizzabile) e non solo di una sera che potrebbe richiamare visitatori da tutto il mondo?

Anche perché, ironia della sorte, proprio in questi giorni si è concretizzata un’impresa inedita ed eroica che, grazie alla passione e alla sana follia della famiglia Veralli, ha salvato dalla distruzione la splendida ''Sinfonia d’Archi'' di Angelo Russo tornata ora a far bella mostra di sé a due passi da Porta Romana. Un’emozione rivederla che ci riporta indietro di una ventina d’anni. E il gesto ha anche dimostrato come sia necessario e nient’affatto impossibile far qualcosa per salvare queste opere d’arte. Una grande dimostrazione di amore per la propria città che il Comune non può lasciar cadere nel vuoto e alla quale si deve dar seguito. E lo si può fare ora.

 





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